Tradizionalmente si distingue tra le campane "da festa" e "da transumanza" queste ultime sono quelle usate essenzialmente per farsi sentire, per annunciare la transumanza, la salita o la discesa dall'alpe. I campanacci tradizionali hanno forme e dimensioni diverse a seconda delle zone di provenienza.
Solo in Italia esistono 50 diversi “suoni” e sono come i dialetti: caratteristici di ogni zona.
Ogni pastore sostiene che hanno un “bel suono” i campanacci che parlano la sua stessa lingua, mentre hanno un suono “brutto” quelli “stranieri”.
Pare che il suono dei campanacci stimoli gli animali ad avanzare più velocemente e... incredibile, ma vero, quando le vacche sentono il rumore di questi campanacci, iniziano a muggire, perchè sanno che è ora di partire. Le campane cosiddette "da pascolo" servono agli animali per sentirsi gli uni con gli altri (specie in caso di nebbia) e più ancora all'allevatore per individuare dove sono (più che mai per le capre e le pecore) quando sono in montagna.
Quando si sono persi degli animali, li si va a cercare chiamandoli e magari agitando una campana, così che questi la sentano e vengano in direzione del suono. Un’ulteriore distinzione divide i campanacci dalle bronze: entrambi sono campane che vengono appese al collo degli animali da pascolo ma, mentre i primi sono realizzati in ferro battuto, le seconde sono frutto di fusioni in bronzo.